E+E e Francesco.

Sogni, Sfoghi e Poesie

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MagOscuro
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E+E e Francesco.

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Le 9 Muse

La prima a cadere fu Euterpe, straziata dalla fredda e stitica elegia moderna.
Per seconda spar? Polimnia, convinta che la sua presenza fosse inutile visto che l?imitazione classica era pressoch? defunta.
Talia(poesia comica e rustica, commedia) ed Erato(canto corale e poesia amorosa) si gettarono dalla Tarp?a, decisero di sacrificarsi con la rupe insieme, visto che insieme avevano vissuto.
Tersicore(danza) e Melpomene(tragedia), ma d?accordo, s?unirono a Rodolfo il cinema; ch? la Musa moderna le amava ed era amato parimenti. Urania s?un? in sposa al Galilei, la Scienza,e fu l?unica a salire ad ascendere all?Olimpo senza svanire.
Poi si reincarnarono.
Ofelia fu la nuova Musa della tragedia.
La Commedia era l?unione delle due poesie e d?un po? di tragedia; la chiamarono Monica.
Virginia per? incarn? la poesia.
L?imitazione risorse in comicit? e nacque Mirandolina.
Andrea fu la Musa del Romanzo o racconto?un po? ambiguo, come il suo nome. Nacque da una costola della Storia e dal soffio della poesia, com?? noto.
Urania pass? ad indicare perfino monna Scienza e trasmut? in Rita.
A queste s?unirono Rodolfo il Cinema ed una nascosta.
Ella si battezz? Ishtar da s?, la Sofùa Nuova.
Da Muse a Maestre perchè non solo amate ma idolatrate, Calliope e Clio sopravvivevano uguali.

Dar?o


E+E e Francesco.
Prefazione

Piazza Centrale di Gambarie, 15 agosto 2000.

Le solite turbe di turisti si muovevano a gruppi in attesa di tutto e di nulla nella grande piazza, quando una folgorazione pass? per la strada principale e lasci? tutti in fermo immagine.
Il caldo spar?, il rumore si attenu? e Francesco, giovane proeta dall'aria un p? triste ma decisa, s'incurios?. In tutto questo c'era sicuramente la mano di qualche angelo o chiss?, forse del Destino stesso.
Sappiamo solo che Francesco segu? questa folgorazione: due ragazze.
Lo seppe d'istinto che erano due gemelle. Le due ragazze si tenevano per mano ed erano quasi totalmente l'opposto ma era forse il colore ceruleo del cielo negl'occhi d?entrambe, , o solo il fatto che avessero gli stessi tratti del viso a convincerlo che fossero uscite dalla stessa pancia dopo averci passato nove mesi insieme? Francesco seppe solo che un istinto lo spingeva prepotente a seguire: il sogno ad occhi aperti della bionda:lei era avvolta strettamente, ma in modo molto scarso, in un vestitino azzurro. Muoveva ritmicamente il sedere da destra a sinistra facendo risaltare il resto del lungo corpo flessuoso. Con indice e medio della mano sinistra tratteneva quasi senza accorgersene una lunga sigaretta francese, e nella destra stringeva la sinistra della sorella, tenendola per due dita in modo malizioso e sbarazzino.. Le sue gambe erano perfette, avendo, come la Dea Venere le 3 famose fosse all?interno se messe vicine e guardate nella loro simmetria. I suoi occhi avevano lo strabismo della Dea uscita dalle acque, che in greco prende il nome dalla spuma da cui usc?: Afrodite: generata dalla Spuma del mare, sulle coste di Cipro.
La mora invece era come uno di quei sogni che si fanno la notte?cos? intensi e profondi, selvaggi e dal fascino irresistibile ma che ti strambano. Occhi azzurri come l?altra e strabismo di Venere a testimonianza della sua bellezza semidivina. Contrariamente ai capelli lunghi, biondi e avvolti in chignon della sorella, li portava corti e sbarazzini. Prosperante ? un aggettivo sostantivato perfetto per definire il corpo di lei; carnagione bruna, abbronzata, contrasto quindi assoluto con l'altra anemica. La mora nella mano destra teneva un walkman in funzione e canticchiava qualcosa di triste. Lo si poteva notare guardando il viso, quasi pronto alle lacrime. E, a volte faceva un tiro dalla sigaretta della bionda.
Noi sappiamo che fu la mora a farlo sussultare ma Francesco non lo sapeva ancora. Le aspett? al bar e come un cavaliere d'altri tempi offr? loro ospitalit? ad un tavolo e qualcosa da bere.
"Sole Cuore Amore" cantava la bionda, la mora si present?: -Piacere, sono Esmeralda. Sai, ? un nome dalle tante origini...incerte. Si sa solo che vuol dire pietra verde e che ce l'ha anche la zingara di Notre Dame de Paris...quel libro dove c'? Quasimodo "brutto, zoppo e guercio," Conosci?- E fece quella risatina fresca come quella sua vocina, poi continu?: -Lei invece ? Evia, ? la mia gemella. Lei ? sacra al dio Bacco, ecco. Lei ? la figlia di Dioniso.-
Aria intensa sul suo viso, non rise neanche Fra'nostro perchè Evia gli moll? un calcione e disse: "E tu chi sei, orso?"
A modo suo e malgrado il suo modo di corteggiare, al calcio della bionda rise di gusto, port? la mano al cuore facendo un mezzo inchino e disse "Sono un proeta in cerca d'ispirazione perduta, Francesco per servirvi!"
Evia gli moll? un altro calcione mentre Esmeralda lo prese per mano e sussurr? come una magia:-Allora E+E saranno le tue Muse!-

La Storia e l?Epica (Calliope e Clio rispettivamente) s?accompagnarono con monna Sofùa Nuova ai piedi prima ad Alexandria d?Egitto, poi sul Bosforo e quindi nei domini inglesi del Gibral Tar?q.
Ma anche a Dante, il buon Vico, Rousseu e Goethe. Potremmo aggiungerne altri ed altre, ma su questi tutti innalzer? il Manzoni che le am? e vener? più degli altri.
Fu solo nel 2001, a secoli di distanza dalla rinascita delle sorelle e dopo la caduta delle Torri gemelle, che ebbero la loro morte e Rinascita.
Un giovane, pazzo ma savio nel giusto le cerc? e scov?. Vecchie e tristi, ma ancora belle e giovani come il primo giorno.
Sane e fresche come rose alla rugiada del mattino. Gi? fratello e amante di monna Sofùa nuova, s?innamor? d?elle. Dalla prosa ch?egli, da Bardo, ch?egli venerava(prosa poetica) nacque Cliop? (epica storica). Nuova e definitiva musa per le sue composizioni.
E le am? ed elev? a rango di divinit? sotto al Dio?

Dar?o.

Esmeralda

Esmeralda non lasci? più la sua mano, la loro relazione dur? una settimana, ma fu intensissima.
Evia spar? lo stesso giorno con un tale Marco, presa da una torbida storia d'amore.
Esmeralda invece lo am? profondamente e viceversa. Il loro nido d?amore fu la casa di suo zio poco lontano dalla piazza. Le raccont? i famosi romanzi di Chr?tien de Troyes: Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta.
La mora lo cattur?: cuore, spirito e mutande fin dalla prima notte. Fu come un incantesimo sortilegio.
Parlavano per ore e senza pause di qualunque cosa. Si fermavano a volte per mangiare, poi dormivano e ballavano fino a scoppiare. Sulle mutande ? un'altra storia ma v'assicuro che non lo fecero.

Francesco le baciava lentamente il collo tenendola tra le sue braccia nel salone e diceva: ?La tua bellezza ? simile alle stelle del cielo, fisse e statiche memorie del passato. Sei profonda, vitale e piena d?eros. Tu sei per me la Voce che fende il cielo e lo rende glorioso, sei la mia Musa?.Sento il battito del tuo cuore e vibro al tuo sguardo che mi rivela la bellezza della Creazione nel tuo sguardo onorato dal dono di Afrodite.?
Esmeralda sorrideva e baciando la sua mano diceva:?Ti amo, in un modo che non pu? essere descritto. Ti sogno e ti trovo qui, ti vedo e sento le tue emozioni?.forse siam stati vicini anche in altre vite come si dice o con Platone eravamo parte della stessa entità prima che Zeus ci separasse.? Poi prese un?albicocca e inizi? ad imboccarlo, e lui la guard? malizioso, Francesco prese una ciliegia e la immerse nella panna. Prese ad imboccarla girando il frutto nella bocca di lei. Lentamente.
Le loro bocche s?incontrarono e iniziarono ad esplorarsi e le mani dei due a toccarsi.

Quella sera il proeta s?era convinto che avrebbero fatto all?amore, ma quando sembrava che stesse per toccare l'IperUranio di Platone (il paradiso dove vivono le Idee di Bellezza, Verit? e Bellezza) lei fugg? terrorizzata.
E spar?, lasciandolo solo.
Dopo la solita stancantebellissima notte, Esmeralda si diede alla macchia, come i banditi, e lo lasci? ferito e confuso dentro...a Francesco sembr? o forse sogn? di gridarle: PAZZA!
Per tre giorni vide solo scuro. Birre scure.
Il proeta compr? due dozzine di casse di birre Irlandesi quando fin? la scorta dopo tre giorni, ma non riusc? a berle tutte e s'addorment?.
"Francesco. Francesco. Francesco."

Evia

Il suo nome urlato ritmicamente, in modo angosciante e terrorizzato ? un gran trauma per uno che si sveglia dopo una sbronza di tre giorni. Ma era Evia a chiamarlo e non ci pens? molto.
Percorse la stanza senza calcolare il mal di testa, spicc? un salto dal giardino balcone e atterr? alle spalle del ragazzo che picchiava selvaggiamente Evia. Marco le gridava qualcosa, solo puzza d'alcool e rabbia nell'aria. ?Puttana, tu stai solo con me, e basta. Non c?? nessun altro per te. E ora lo capirai?
Francesco aspett? che si girasse e disse:?Tu non hai nessun potere su di lei. Brutto bastardo!?E gli men? un gancio al mento. Marco lo guard? per un attimo confuso e gli restitu? il pugno, Assorbito il pugno Francesco finse di barcollare e intanto caricava il destro. Marco, sorridente disse:?Tu sei un nullafacente; dal padre ignoto, sporco Terrone. Vai a fare compagnia alla scrofa che t?ha partorito!?
Quando quello s?avvicin? per colpirlo di nuovo, sorridente, Francesco gli tir? un dritto cos? forte che lo fece scappare. Poi port? Evia all'ospedale.
: Quando tornarono, qualche giorno dopo, erano gi? fidanzati. Mani strette come promessa. Lei lo tenne stretto a s? per un mese, come se fosse un orsetto di peluche. E cos? lo chiamava, "Orso!", poi lo picchiava.
Francesco la chiamava invece:"Orsetta bianca...? E alle botte di Evia commentava:? Ma?.orsetta la smetti con questo sport?" Lei non smetteva di picchiarlo e il suo vero sport, hobby o Vita era la danza.
Francesco ebbe modo di vederlo la mattina dopo esser tornati dall'ospedale, molto presto, quando la vide stressare e stirare le gambe in lunghi esercizi. Cacchio, aveva certe gambe muscolose e lisce e splendenti che, tra l?ammirato e l?eccitato, gli venne in mente che la mattina dopo averla salvata (erano ancora all?ospedale) lui le aveva chiesto: ?Queste gambe:?.sei una danzatrice?? Evia aveva risposto: ?Studio danza da quando avevo otto anni?? In modo malizioso aveva continuato?Almeno dieci anni fa?quanti anni mi dai??.
Francesco aveva sorriso e detto:?Non m'importa granch?, tu sei come una Dea per me. La tua bellezza ? purezza interiore, sei come uno specchio o una cascata cristallina: Brilli!? Mentre durante l'allenamento non aveva voluto distrarla, quando usc? dalla doccia non ce la fece più. S'alz? e sorprese le guance umide e fresche, subito rosse, dell?eterea bionda con un bacio simile ad esse. Lei sbott? con fare malizioso: "Brutto Orso cattivo, ma tu non stavi dormendo, eh?" Lui allora, ignorando i suoi finti pugni di ribellione, cominci? a baciarle le dita dei piedi e poi inizi? a salire.


Sala dei Banchetti dell?Olimpo dove il tempo non esiste ed ? un eterno presente, Zeus ? nervoso e stringe il pugno seduto sul suo seggio, con il solo pensiero convoca Hermes e dice:
?Figlio mio, sono preoccupato. Cosa devo fare con Calliope? Fugge dalla mia protezione, s?unisce spiritualmente a tanti uomini come con questo Francesco e non si concede mai?di questo sono contento per carit??.? E un sorriso taglia il suo viso mentre, contento si tocca la barba e guarda il figlio che ? appena apparso. Poi torna serio e dice?Per non parlare di Clio?. Cosa posso fare con lei? Si concede agli uomini e ha perso la verginit? da tempo?.continua a sfidarmi...E si sta concedendo a quel proeta anche lei. Cos?avr? di speciale, di chi ? figlio?? Come turbato dalla sua stessa idea cambia argomento e dice:?Chi sia egli non importa! Devo forse trasformarle in qualcosa per farle rinsavire??
L?algido Hermes lo ascolta ed un?idea riempie la sua mente, quando il padre conclude si gratta con il caduceo sul petto e dice:?Mio sovrano e padre sono ragazze giovani?.sono confuse? E nel mentre pensa al viso della bionda mentre s?univa a lei nelle stalle qualche tempo prima, continua?Parler? con Calliope e le far? presente i suoi doveri. S?occuper? lei di Clio?.?

Detto questo vol? via e apparse a Calliope/ Esmeralda nel bosco fuori Gambarie e le si avvicin? dicendo:
Hermes?Calliope mia cara, sono tuo Fratello Hermes. E? tempo di tornare a casa.?
Calliope/Esmeralda, si volt?, per un attimo sorpresa, poi disse: ?Ma, Hermes?sono innamorata, forse ? la volta buona?.?
Hermes la guard? e toccandole il viso, sorridente?Tu sai quello che ? realmente accaduto. Sei una figlia di Zeus, non puoi innamorarti e poi, come mandato tua madre Mnemosine t?ha dato l?irrequietezza dell?arte?la tua ? curiosit? e questa finir?. Come ? gi? accaduto?
Calliope/Esmeralda alzandosi risoluta, disse?Ho il Destino dalla mia, stavolta?ho parlato con Moira e lei ? con me. L?ho sognato il mio Francesco?.?
Hermes per un attimo rimase stupito, ma cosciente della situazione grave, presto aggiunse: ?Beh, prima delle Moire c?? nostro padre ed ? malintenzionato. Ti conviene seguire il mio consiglio, o?.beh?.nostro padre riesce a far deviare pure le decisioni di Moira?.egli ne ? successore e padre nelle Parche che tiene rinchiuse?.?
Calliope/Esmeralda guardando il fratello pass? da un?espressione furente ad una rassegnata e disse?Cos? sia, ma questa ? la volta che lasciamo l?Olimpo perchè ovviamente Clio verrà con me. Vai a fare rapporto e d? a Giove Padre, come lo chiamano qui, che abbandoneremo il mondo degli uomini ma anche l?Olimpo. Non gli mando nessuna benedizione, perchè il pensiero sarebbe negativo e non voglio neanche pensare al momento?.?
E and? verso la citt?, mentre Hermes si sollevava e spariva nel cielo, diretto dove sappiamo.


Era iniziato ?Tutto? a quel tavolo in piazza e ?Tutto? inizi? precipitosamente a spegnersi, precipitando nel vuoto con una vorticosa caduta a testa in gi?, quando Evia enunci? il suo più lungo discorso.
Si trovavano sulla balconata fuori al sole seduti a terra; lei tra le braccia di lui, quando Evia disse:
"Io ti amo, lo sai vero?" Serissima in viso, braccia sulle gambe a massaggiarsele, si gir? a guardarlo in faccia e continu?:"Spesso cerco in me qualcosa che voi mi date, ma non lo trovo..." Francesco voleva chiedere di chi parlasse, ma lei lo zitt? mettendogli indice e medie delle sue lunghe dita sulle labbra e continu? con le sue sottili e carnose labbra:"Sappi che se io non parlo ma sorrido soltanto o ti picchio, io t'amo come non ho mai amato nessuno." Poi rispose al suo bacio con un sorriso, splendido dono divino che lo riempiva di felicit?. Il sole in Esmeralda era negli occhi e dentro di lei; in Evia era nel viso quando rideva e nella sua sola presenza. Non pot? evitare di confrontarle?erano gemelle! Ma Evia and? avanti e il suo viso s?era improvvisamente oscurato, come se ci fosse una terribile eclissi di sole, di certo per un?illuminazione improvvisa: "Dov'? Esmeralda? E' fuggita... no, l'hai fatta scappare...vero?" Calc? sull'ultima parola.
E Francesco non seppe far altro che dire: "se n'? andata, ? stata lei a ferirmi!"
Evia disse a bruciapelo:"Tu la ami, vero?"

Silenzio chiarificatore per lui, ma non per lei che forse sapeva o immaginava, ma non ci credeva. Francesco realizz? d'adorare Evia ma d'amare Esmeralda. Questo per un attimo lo stord?, lo isol? in se stesso. Evia vide che era inutile dargli pugni sul petto e fugg? per chiudersi nella stanza da letto. Cominci? a singhiozzare, poi prese a piangere.
Dopo un attimo, tutto in modo molto lento, Francesco sent? i pugni di lei sul petto?gl'aveva fatto male stavolta! Buss? alla porta della stanza e lei, tra le lacrime, url?: "Vattene, ti odio!"
Lui sent? come un pugno acutissimo e poi un sonoro "crack" al petto, ma quando s'accorse di non avere coperte per la notte rimase quasi stecchito ( location: montagna più alta della Calabria del sud, Gambarie appunto, ormai vicini all'autunno)Fece spallucce, nero di rabbia e and? a fumare fuori.
Dopo un p? di tempo e due, tre sigarette s'accorse che stava piangendo e s'incavol? ancora di più. Pens? ad un'altra ragazza che aveva un nome che iniziava per E, per la quale era salito quass?. Era salito per dimenticare dopo un anno magico, come al solito finito malissimo.
Poi apparve Esmeralda, lo raggiunse, lo gir? e lo guard? sorridente e serena. Gli prese la sigaretta e lentamente tir? con le labbra sottili e carnose come la sorella. Francesco non fiat?, furente per un attimo, ma presto si calm?: il proeta s'aspettava il suo arrivo. Chiss? perchè? Per un attimo rise tra s?, poi studi? il viso bagnato di lei: i capelli ricci, sciolti d?acqua sulle guance dagli zigomi alti. E la desider?, a modo suo e malgrado i suoi sentimenti contrastanti. Lei gett? la sigaretta e la spense. Poi lo baci? sulle labbra, quasi lui non s?era accorto della pioggia. Esmeralda tent? di buttarlo sul tavolo di pietra. Ma lui combatt?, incavolato, confuso. Esmeralda sussurr?:-Grazie per aver salvato Evia. Forse l?hai fatto anche con me perchè non ho più paura d?amarti fino in fondo, non ho più paura di perdermi- Lui cerc? di scacciarla, di spingerla via dal tavolo di pietra sotto il pino, ma il tono delle sue parole e il suo viso quando le diceva lo costrinsero a pensare e Francesco si distrasse. Esmeralda approfitt? del momento e, in modo animalesco come un desiderio rimandato a lungo e che improvviso ci travolge, lo butt? sul tavolo e lo spogli? della camicia. Tutto accadde cos? velocemente da impensierire e superare la velocit? del pensiero stesso.
I due s?amarono tra le felci per la prima volta, intensamente e senza limiti alla forza e alla fantasia, poi, ricordandosi d?avere delle coperte nascoste s?avvolse con lei in esse e caddero in un sonno ristoratore.

Epilogo.

Al mattino Francesco si svegli? solo, nonch? dolorante. Forse per il luogo freddo e umido, forse per il bel fare notturno con Esmeralda. Sapeva solo di stare infinitamente bene. Poi entr? in casa, vide che mancavano le chiavi, al loro posto un messaggio.

Siamo in piazza. Alle 11 c?? il blu pullman per Milano. Se non ti svegli troverai la tua grigia in piazza, le chiavi da Emanuele al bar
Evia ed Esmeralda

Francesco not? che aveva scritto l?Esmeralda e lei ? sempre seria. Confuso e stupito ma più che un cattivo presentimento aveva certezze e non gli piacevano. Si vest? in fretta e furia ed in un quarto d?ora le raggiunse. Erano le undici meno venti e il pullman era gi? l?.
Esmeralda lo accolse tranquilla, quasi sussurrando, sicuramente triste: -So Tutto, sappiamo Tutto. T?ho sognato spesso, sai? T?ho amato col rischio di perdermi ma non m?? successo quando l?abbiamo fatto, no? Grazie ancora per aver salvato Evia, ma non basta, non hai saputo scegliere e, come tutti i mortali, hai fatto un gran casino.- Gli chiese d?ascoltare e continu?: - Con Evia ti saresti perso comunque, per cui chiudiamo qui e basta. Fai finta che non ci siamo mai incontrati?- Stavolta per? lui sbott?, mani strette a pugno vicino ai fianchi, furente e stanco d?essere stato quasi usato da questi due angeli, forse dal Destino. ?Quel cieco stronzo allora avrebbe sbagliato? Forse E+E m?avrebbero mentito?? Sembr?, e lo vide dentro i loro occhi come se guardasse in se stesso, che le ragazze avevano accusato il colpo, la mora mentendo sussurr?:?Beh, anche le muse sono inferiori al Destino, a Moira stessa??
Deluso, abbass? la testa e liber? pian piano le dita delle mani dai pugni, rilasciando i palmi aperti vicino alle gambe, quasi sconfitto. A testa bassa continu?:?Vattene via con tua sorella e lasciami solo? Irrigidito, poi, ignor? Esmeralda e non permise ad Evia di baciarlo, ma solo un abbraccio per non vederla piangere. Anche se lei aveva comunque gli occhi umidi. Osserv? le sorelle raggiungere il pullman e salire su, Esmeralda quasi risentita e in lacrime, Evia persa.
Francesco le raggiunse all?interno, di corsa. Prese la mano destra della mora con entrambe le sue mani, la rabbia gi? svanita, e disse: ?Non dirlo, non dire che non ? stato vero.? Esmeralda lo baci? sulla fronte e poi su entrambe le guance, qua e l? sul suo viso lacrime sparse, lo port? fuori tenendolo per mano.
Presto fu dentro, accolse la sorella piangente sul petto e il pullman spar? dietro l?angolo lontano.

Il fermo immagine svan? e torn? il caldo, la folla. In tasca Francesco si ritrov? un pagliaccetto ed un messaggio, su papiro o pergamena? Sinceramente lo ignorava. Pass? al messaggio, mentre leggeva senti la voce di Evia che l?aveva scritto:

?Le Muse ti salutano Proeta! Siamo stati amanti anche in altre vite? Boh!?Sappiamo solo, molto prosaicamente, che dobbiamo tornare perchè i nostri genitori sono malati. T?ameremo per un po?, probabilmente poi finir?. Ricorda solo che l?amore gira; non importa chi o quando, ma come ami le persone che incontri. E tu c?hai amato intensamente entrambe, come solo un dio pu?.
Forse sei il nostro Apollo?. In un?altra vita c?incontreremo, magari. E+E, le Muse.?
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