Culti Solari nella storia

Riflettiamo insieme sulle Divinità  e sul loro culto

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Lupercus
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Culti Solari nella storia

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Sumeri-Babilonesi

Utu-Shasmash
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Utu ? il figlio di Nanna e Ningal, e fratello gemello di Inanna. E' il dio del sole e della giustizia.
Egli rappresenta la brillant eluce del sole, che ritorna ogni giorno ad illuminare l'umanit?, come per dare il suo benefico calore, che fa crescere le piante.
Egli va ogni giorno nel mondo-di-sotto per tornare nella "montagna dell'ovest" e ritornare il giorno dopo dalla "montagna dell'est".
E' solitamente descritto con incandescenti raggi che escono dalle sue spalle e dalle braccia, e portare un coltello con la lama segnettata.
E' in carica nella "Terra dei viventi" e, grazie alla sua simpatia per Gilgame?, chiamo a se i 7eroi del tempo atmosferico a difendere la sua terra.
Egli apr? l' "ablal" del sotto-mondo per l'ombra di enkidu, per permettergli di scappare.

Egizi

Ra
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Ra (noto anche nella forma Re) ? il Dio-Sole di Eliopoli nell?antico Egitto. Dalla quinta dinastia (ca. 2400 a.C.) in avanti fu congiunto con il dio tebano Amon fino a diventare la più importante divinit? del pantheon egizio con il nome di Amon-Ra. Egli rimase per secoli il dio supremo, tranne per un breve periodo durante il periodo di Akhenaton (1350 a.C. - 1334 a.C.) quando fu imposta nell'Egitto l'esclusiva adorazione di Aton, il disco solare stesso. In tempi più recenti, fu associato a Heryshaf.
Ra ? un dio creatosi da solo, essendosi formato da Mehturt, un tumulo (vedi Ogdoade) che diviene dalle acque di Nu, o un fiore di loto. Cre? anche Shu e Tefnut dal suo sperma o muco, Hu e Sia dal suo sangue e l?umanit? dalle sue lacrime.
Il sole ? il corpo di Ra, o solamente il suo occhio. In Eliopoli (la capitale del suo culto), Ra era adorato come Atum (il tramonto del sole), Ra-Harachte (il pianeta Venere) e Khepri ("il sole che sorge"). Pi? tardi fu associato ad Horus.
Bench? Ra e Atum ("colui che completa o perfeziona") fossero lo stesso dio, Atum era utilizzato in vari modi. Egli era primariamente il simbolo del sole che tramonta ed era anche un sostituto di Ra come creatore di Shu e Tefnut. In alcuni culti Atum era stato creato da Ptah. Atum era il padre di Hike.
Atum era il capo dell?Enneade ed era rappresentato da Mnevis, il toro nero. Era associato al serpente, lucertola, scarabeo, mangusta, leone, e icneumone.
Ra percorreva ogni notte il mondo degli inferi su una nave ed era protetto dal mostro Apep da Set e Mehen. Durante il viaggio era noto come Auf o Efu Ra.
Hathor e Ra una volta discussero e lei lasci? l'Egitto. Thot, travestito, riusc? a convincerla a tornare.
L?identificazione di Amon-Ra con Zeus e Giove era riconosciuta dai Greci e dai Romani. I Greci diedero il nome di Diospolis Magna, citt? di Zeus, a Tebe. Egli era anche associato con la Fenice.
I simboli di Ra sono il disco solare o il simbolo (Il simbolo astronomico del sole: un cerchio con un punto nel centro).

India

Surya
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Il dio induista del Sole. E' uno degli Aditya, figlio di Aditi, dea del cielo e di Dyaus, dio-padre. Surya si muove nei cieli su un carro d'oro trainato da un cavallo a sette teste (Etasha), che simboleggia i sette giorni della settimana, e guidato dal cocchiere Aruna, "il rosso". Surya ha in testa la corona dorata del disco solare ed in mano il loto e la conchiglia, o la chakra (ruota). Sua moglie ? Ushas, dea dell'alba, e i suoi due figli gemelli, gli dei Ashvin, che precedono il padre sul loro carro dorato, come i primi raggi mattutini precedono il sole nascente.
Secondo un'altra versione del mito, moglie di Surya ? Sanjna o Saranyu. Esasperata dal troppo calore emanato dal marito, Sanjna cre? una dea gemella, Chaya (l'Ombra) per poter sfuggire al consorte. Ritiratasi in una foresta e trasformatasi in giumenta, fu comunque raggiunta dal marito in forma di stallone. Un figlio di Surya, Vaivasvat, ? il primo uomo della attuale era; il figlio di Vaivasvat, Ikshvaku, ? il capostipite della Razza solare (Suryavansa), alla quale appartiene Rama, mentre Krishna ? della Razza lunare (Chandravansa). Altri nomi di Surya sono: Mitra (l'amico), Bhaga (il distributore di ricchezza), Pushan (il benefattore), Savitri (il genitore), Vivasvat (padre dell'umanit?), Arhapati (signore del giorno), Bhaskara (creatore della luce), Gabhastimam (padrone dei raggi), Dinakara (creatore del giorno) In tutta l'India sono presenti numerosi templi dedicati al sole, uno dei culti più antichi dell'umanit?. Il tempio più famoso ? quello di Konarak, nei pressi di Puri.

Persiani

Mithra
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Mitra ? una importante divinit? dell'Induismo e della religione persiana; compare nei Veda come uno degli Aditya, una delle divinit? solari e dio dell?onest?, dell?amicizia e dei contratti. Nella civilt? persiana, dove il suo nome veniva reso come Mithra, assunse col tempo sempre maggiore importanza fino a diventare la maggiore divinit? dello Zoroastrismo. Egli pu? essere identificato con una divinit? proto-Indo-iranica il cui nome pu? essere ricostruito come Mitra.
In entrambe le culture, si distingue per la sua stretta relazione con gli dei che regnano sugli Asura (ahura in iranico) e proteggono rta (asha in iranico): Varuna in India e Ahura Mazda in Iran.
Il dio ellenistico e Romano Mitra fu adorato nelle religioni misteriche dal I secolo a.C. al V secolo d.C., combinando in culto sincretico il Mithra persiano con altre divinit? persiane e probabilmente anatoliche

Greci-Romani

Helios
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Elio (dal greco ἥλιος, Helios) ? una divinit? della mitologia greca, più precisamente era il dio del sole.
Secondo Esiodo era figlio di due titani, Iperione e Teia, nonch? fratello di Selene (la Luna) e Eos (l'aurora).
Omero, nella sua Odissea (nel libro XII), lo cita come Iperione.
Elio era sposato con Perseide, da cui ebbe molti figli, fra cui Circe, Eete e Pasifae.
Era un dio particolarmente venerato a Rodi, dove ebbe sette figli dalla ninfa Rodo, chiamati Eliadi, come le cinque figlie avute dalla sorella di Perseide, Climene, che mise al mondo anche Fetonte.
Il dio viene normalmente rappresentato alla guida del carro del sole, tirato da cavalli che soffiano fuoco dalle narici. Il carro trainava il sole nel cielo, da est a ovest.
Questa sua attivit? gli permetteva di assistere ad ogni avvenimento del mondo, tra gli altri, anche al rapimento di Persefone da parte di Ade.
In epoca storica, Elio viene confuso con Apollo. Soltanto verso la fine dell'impero romano, il sole (Sol Invictus) in quanto tale, fu oggetto di un particolare culto da parte della famiglia degli Aureli, che si erano proclamati diretti discendenti.

Etruschi

Cautha

Cautha nella mitologia etrusca era una divinit? solare, ed era lei stessa sorella del Sole. Era anche la divinit? dell'alba e degli inizi, e veniva spesso rappresentata mentre sorgeva dall'oceano.

Norreni

S?l
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S?l era, nella mitologia norrena, la dea del Sole, figlia di Mundilfùri e moglie di Glenr.
Ogni giorno, S?l guida attraverso il cielo il suo carro, tirato da due cavalli, ?rvakr e Alsvi?r.
Poco prima del Ragnar?k e dopo il Fimbulvetr, S?l sarà raggiunta da Sk?ll, un lupo, che la divorer?. Con questo mito i popoli nordici giustificavano le eclissi solari: infatti si credeva che accadessero quando il lupo era molto vicino a catturarla. Dopo la fine del mondo, S?l sarà sostituita dalla figlia.
S?l era chiamata anche Sunna e Sunne, e inoltre Frau Sunne; da questi nomi deriva la parola sun in inglese, che significa "sole". Un suo epiteto era ?lfr??ull ("gloria degli elfi").

Inca

Inti
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Nella mitologia inca, Inti era il dio del sole, nonch? uno degli dei più importanti del Tahuantinsuyu. Le sue origini non sono note. La storia più comune racconta che sia il figlio di Viracocha, il dio della civilizzazione.

Aztechi

Tonatiuh
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Tonatiuh, nella mitologia azteca, ? il nome che viene usato più spesso per indicare il dio-sole, precisamente il Quinto Sole, sorto dopo la fine apocalittica delle quattro ere anteriori. Gli Aztechi vengono spesso definiti "il popolo del Sole", e pur essendo questo un simbolo cardine per molte altre civilt? (si pensi agli Egizi, ai popoli dell'India) ? vero che dagli Aztechi fu trasformato in una divinit? ossessionante, da cui dipendevano la loro esistenza ed i loro riti.
Una sintesi tragica di questo culto ? rappresentata dalla "Pietra del Sole" (Oggi nel Museo di Citt? del Messico).
Apophis
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Messaggio da Apophis »

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Il Dio Lugh - Delle quattro feste che compongono la ruota dellÂ’anno celtico, la quarta, istituita lÂ’1 Agosto, porta il nome di una importante divinità , Lugh, dal cui nome deriva la festa di Lughnasad.
Prima di parlare della festività  occorre esaminare la storia e le caratteristiche di questa divinità , tanto importante da aver dato il nome a parecchie città  europee, tra le quali citiamo Lione e Loden in Francia, Liegnitz in Polonia, Leiden in Olanda, Lugos in Spagna e Lucca in Italia.
Lug nasce dallÂ’unione di Cian, figlio di Diancècht, della stirpe dei Tuata de Danann e Eithne, figlia di Balor, della stirpe dei Fomori.
La sua infanzia è alquanto intricata, infatti vi è più di una versione su chi realmente lo allevò; la storia narra che Balor, temendo lÂ’avverarsi di una profezia che lo voleva ucciso da un suo nipote, ordinò di gettare i tre figli avuti dalla figlia, ordine che venne eseguito ma per un caso fortuito uno dei tre nipoti, Lugh, riuscì a salvarsi e venne preso dalla Druidessa Birog, la quale lo portò al Dio del mare e delle profondità  Manannan Mc Lyr, che allevò il giovane dandogli il nome di Goibhniu; in unÂ’altra versione è Goibhniu stesso ad allevare il giovane Lugh, mentre la terza versione nomina come sua tutrice Tailtu, regina dei Fir Bolg.
Gli esempi finÂ’ora descritti riguardano la tradizione Irlandese; ma abbiamo Lugh come personaggio importante anche nella mitologia Gallese, ma anche qui la sua infanzia non è certo tra le più normali ed il suo nome è Lleu Llaw Gyffes.
Egli è figlio di Arianrhod, una rappresentazione della Dea Bianca e di suo fratello Gwyddyon, un potente mago.
La madre irata per questa nascita non gradita getta tre geasa (imposizioni) sul bambinoil quale non poteva:
- avere un nome finchè non gli lo avesse dato lei stessa;
- impugnare le armi finchè non fosse stata lei a dargliele;
- avere una donna umana;
tre divieti atti a escludere la sua stessa esistenza.
Il padre Gwyddyon si prende a cuore le sorti del figlio/nipote, quindi decide di aiutarlo; per fargli avere il nome si trasforma in un ciabattino e obbliga con lÂ’inganno Arianrhod ad andare in spiaggia a provare delle scarpe, ma lì vi era anche il giovane Lugh ancora senza nome, il quale vedendo uno scricciolo appoggiarsi sullÂ’albero della nave, scagliò una freccia che andò ad inserirsi tra osso e tendine.
La madre stupita da tanta bravura esclamò:
“Il Leone ( Lleu ) ha la mano ferma (Llaw Gyffes )”, che rimarrà  il suo nome.
Per ovviare al secondo geis, di fondamentale importanza per un celta, Gwyddyon utilizzando le sue arti magiche fece credere ad Arianrhod che il suo castello fosse sotto assedio, presa dal panico chiamò a sè i presenti dandogli le armi per la difesa; si presentò a lei anche il giovane L.L.G., così camuffato da non essere riconosciuto e ricevere anchÂ’esso le armi.
Per infrangere il terzo divieto non serviva un consenso della madre, quindi Gwyddyon con lÂ’aiuto di un altro zio del ragazzo, Math, crearono mediante la magia una donna, la più bella che si fosse mai vista, nata da una serie di fiori, il suo nome è Blodeuwedd.
La quantità  di versioni e di divinità  che gli avrebbero fatto da genitori a da tutori può sembrare a prima vista come una gran confusione, invece potrebbe essere dovuta proprio alle molteplici capacità  che possiede Lugh.
Egli è per metà  appartenente ai Fomori, i quali rappresentano le forze del caos, il disordine o come forze oscure, spesso rappresentati come demoni; ma per lÂ’altra metà  è un de Danann, popolo giunto dal nord esperto nella magia, popolo di druidi saggi ed esperti nellÂ’arte, inoltre è un Dio luminoso, come dice il suo stesso nome, Lugh che significa per lÂ’appunto luminoso.

Da notare che la sua tutrice Tailtu è la madre di luce; continuando con le sue caratteristiche scopriamo che Lugh è anche un esperto di medicina, tanto che nella mitologia guarì Cùchulainn, una sua manifestazione o un suo figlio, riempiendo le sue ferite con delle erbe; come poteva non esserlo il figlio di Cian e nipote di Dianchect, entrambi esperti in arti mediche?
Ma egli è anche patrono ed esperto delle arti tutte, dalla falegnameria, alla metallurgia, alla scultura alla musica, è un ottimo guerriero, così come suo nonno Balor e suoi fratelli Dagda e Ogmè.
Questa sua onniscienza che gli varrà  il termine di Samildanach, colui che tutto fa, emerge prepotentemente nel racconto irlandese della Battaglia di Mag Tured, in cui si narra che durante la battaglia tra i De Danann ed i Fomori il Re Nuada perse il braccio, menomazione che gli impedì di adempiere alla sua funzione reale; al suo posto fu scelto Bres, un Fomoro, con la speranza di raggiungere così un patto di alleanza.
Purtroppo Bres si rivelò un Re inadeguato; pretendeva alti tributi senza mai organizzare feste e giochi, indebolendo Ogma, il campione dei Danann per colpa dellÂ’inattività  e lasciò che il Dagda rimase affamato.
Potè far questo fino al giorno in cui non commise lÂ’errore di dare al file Cairpre un alloggio scomodo e del cibo scarso, il quale prese subito la palla al balzo per lanciargli contro una satira che lo costrinse ad abbandonare il trono e ritornare dalla sua stirpe; il potere venne ripreso da Nuada che nel frattempo aveva ricevuto una mano dÂ’argento funzionante grazie alle arti magico – mediche dei tre figli di Diancecht.
La vicenda non finisce qui, Balor re dei Fomori, radunò un grande esercito per invadere lÂ’Irlanda e ridare il trono al figlio Bres, i tuata de Danann, consci del pericolo imminente si radunarono a Tara per festeggiare lo stesso il ritorno al trono di Nuada, ordinando al portinaio di non far entrare nessuno che non fosse eccellente in almeno unÂ’arte.
Si presenta alla porta Lugh chiedendo di entrare; alla domanda del portinaio sul quale sia lÂ’arte che domina egli rispose falegname; ma la risposta fu negativa in quanto vi era già  un altro falegname.
Lugh non si arrese e provò con fabbro, ma lÂ’esito fu uguale; il giochino andò avanti e Lugh enunciò di essere un uomo forte, un arpista, un poeta, un eroe, un mago, un dottore, uno studioso di storia, un coppiere e un maniscalco; alla fine manda a chiedere al povero portinaio se vi fosse in sala qualcuno che possedesse tutte queste qualità .
Lugh venne fatto entrare e fu messo alla prova per stabilire se fosse vero che possedeva tutte queste qualità ; per dimostrarlo avrebbe dovuto superare tre prove, una per ogni manifestazione dellÂ’Awen, ovvero Skiant ( conoscenza e saggezza), Nertz (forza e potere), Karantez (amore e produttività ), manifestazioni che si esprimono nella società , sia umana che divina, come Druidi, guerrieri e artigiani.
Come prima prova avrebbe dovuto giocare a fidchell, una sorta di gioco degli scacchi il cui nome significa “ la saggezza del legno”, prova in cui sconfisse lo stesso Nuada, superando così la prova relativa a Skiant/saggezza;
per la seconda prova riguardante Nertz/forza se la dovette vedere direttamente con Ogma, il campione dei Danann, il quale scagliò una grossa pietra al di fuori della fortezza, ma Lugh la riprese rimettendola apposto;
per la terza prova si cimentò nellÂ’arte dellÂ’arpista, cimentandosi in tutte e tre le arie della tradizione Bardica; sonno, tristezza e gioia, riuscendo il primo giorno a far addormentare tutti i presenti, il secondo a farli piangere ed il terzo a farli ridere gaiamente; superando così le tre prove venne dimostrato che egli era contemporaneamente un Re, un guerriero ed un druido.
Nuada stesso gli lasciò il trono in modo da guidare la battaglia contro i Fomori, vietandogli però di parteciparvi in quanto era troppo importante e non si poteva permettere che potesse perire.
Fu così che venne circondato da nove guardiani, ma ovviamente fu tutto inutile, utilizzando la magia si tramutò nel proprio auriga eludendo così la sorveglianza e gettandosi nella mischia, dove iniziò a girare intorno al nemico saltellando su un piede solo, con un occhio chiuso ed uno aperto intonando incantesimi.
Il combattimento terminò con la vittoria dei Danann quando Lugh compì lÂ’ultima impresa; colpì con la fionda Balor uccidendolo, esattamente ciò che la profezia aveva predetto al capo dei Fomori e per la quale tentò di uccidere il Luminoso alla nascita.
Le sue molteplici caratteristiche hanno fatto sì che Lugh venisse paragonato ad altre importanti divinità  europee, ad esempio ricorda Apollo, sia per la bellezza, sia perché entrambi rappresentano la luce e sia dal fatto che entrambi sono guaritori; Cesare parlando di lui lo paragonò a Mercurio, stabilendo come sua particolarità  principale il patrocinio di tutte le arti; ma forse quello che più assomiglia a Lugh e che ha almeno otto punti di convergenza è Odino.
Entrambi sono valorosi condottieri, hanno come arma caratteristica la Lancia, quella di Lugh è uno dei tesori dÂ’Irlanda, chi la impugna non conosce sconfitta;
tutti e due sono le figure principali in una guerra fra Dei;
usano entrambi la magia e nel farlo Lugh chiude unÂ’occhio mentre Odino già  non ce lÂ’ha di suo;
entrambi hanno come animale Totem il Corvo;
lo stesso Lugh nella battaglia di Mag Tured viene avvistato dellÂ’arrivo dei Fomori dal volo di uno stormo di corvi, allo stesso modo per la locazione di Lione fu scelta unÂ’altura dove vi si posò uno stormo di Corvi, uccelli che tra lÂ’altro in lingua gaelica continentale si chiamavano lugos;
unÂ’altra comunanza tra Odino e Lugh sta nel essere entrambi patroni dei poeti, entrambi vengono equiparati dai romani a Mercurio.
Detto ciò possiamo affermare che senzÂ’altro Lugh era la divinità  più diffusa nelle Gallie, testimoni ne sono le 27 città  in Europa che da lui prendono il nome, le oltre 500 iscrizioni votive e più di 350 monumenti a lui dedicati; cifre che non hanno riscontro in nessuna altra divinità .
Nonostante tutto, lui non è il Dio supremo, in quanto va ricordato che pur capitanando i Danann lui non è il Re, ma lo sostituisce soltanto, praticamente è una sorta di campione, che a sua volta non può esserlo in modo assoluto in quanto il campione è Ogma, ma soprattutto non è un Dio Padre e non genera dei figli divini come Odino o Dagda, ma nella mitologia si può considerare come il padre di due eroi mitici come Cuchulainn o Fionn, eroi ma pur sempre umani se non addirittura come emanazione stessa del Dio, non è amato da tutti, infatti nella storia di Lleu Llaw Giffes il suo rapporto con Blodeuwedd, lei si innamora di un cacciatore dal nome Gronw Pebyr ed insieme tentano di ucciderlo; quasi ci riescono, se non fosse stato per il pronto intervento del solito Gwyddyon, che lo salva e punendo anche la povera Blodeuwedd trasformandola in civetta e condannandola a fuggire di fronte alla luce del giorno, mentre Gronw Pebyr viene ucciso direttamente da Lugh con un colpo di lancia.
Così come il suo nome significa Luminoso, ma non è identificabile con il Sole alla stregua di Belenos, è più come se fosse la luce emanata dal sole, tanto è vero che uno dei suoi appellativi è quello di Lugh dal lungo braccio, il che potrebbe simbolizzare il raggio solare.
EÂ’ un Dio importante perché ricopre tutti i campi ma senza identificarsi totalmente su una categoria e proprio per questo essere tutto ma al contempo nessuno che lo rende così prezioso ed importante, diverso da tutti gli altri dei e quindi meritevole di protezione da parte degli altri dei stessi.
Apophis
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Messaggio da Apophis »

testo preso da Celtic-Pedia

http://www.celticworld.it

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Amaterasu

Messaggio da Fenrir »

Amaterasu-mi-kami "Grande Dea che Splende nei Cieli"), generalmente abbreviato in Amaterasu, è la dea del Sole (divinità  da cui discendono tutte le cose) nella religione shintoista.
àˆ considerata la mitica antenata diretta della famiglia imperiale giapponese.
Amaterasu è comunemente indicata come di sesso femminile, nonostante il Kojiki, il più antico documento scritto della storia nipponica, dia pochi indizi riguardo il suo sesso: il linguaggio giapponese antico non usava pronomi specifici per i generi. Alcuni altri libri come lo Hotsuma Tsutae, descrivono la divinità  come maschile.

Leggende sulla nascita
Esistono tre differenti leggende sulla sua nascita:
Secondo quanto narrato nel Kojiki ("Memorie degli eventi antichi") ed in un testo alternativo del Nihonshoki ("Annali del Giappone"), Amaterasu, la prima dei tre figli nobili di Izanagi, nacque dal suo occhio sinistro mentre questi stava purificando sé stesso in un fiume dopo la sua visita al mondo sotterraneo (Yomi-Tsu-Kumi). Izanagi gli affidò il governo delle Alte Pianure Celestiali (Takamagahara) ed il gioiello Mikuratana no Kami.
Il testo principale del Nihonshoki racconta invece che Izanagi e Izanami crearono tutti i kami della terra, quindi per dare loro un "Signore di tutti" crearono insieme Taiyo no Kami ("Kami del Sole"), a cui affidarono il compito di governare sugli affari dei cieli.
In una terza versione (contenuta sempre nel Nihonshoki) Amaterasu viene creata da uno specchio di rame bianco tenuto in mano da Izanagi.

Lo specchio, il gioello (a forma di goccia chiamato TAMAGATA) e la spada (corta non somigliante ad una Katana chiamata KUSANAGI) sono tre sacri simboli dello shintoismo.

Scomparsa del Sole
Il Kojiki riporta un antico racconto che è chiaramente un esempio dell'occorrenza del tema della scomparsa del Sole. In seguito ad una discussione con il suo indisciplinato fratello, il dio della tempesta Susanoo, questi distrusse gli argini delle risaie piantate da Amaterasu e ne ostruì i fossati. Amaterasu ne fu così imbarazzata da ritirarsi nella caverna Ama-no-Iwato precipitando il mondo nell'oscurità .
Le altre divinità  la pregarono di uscire fuori senza successo. Quindi la dea Ama-no-Uzume ebbe un'idea, appese un specchio ad un albero vicino ed organizzò una festa, esibendosi in una danza erotica di fronte alla caverna. Fece ridere talmente tanto gli altri dei da incuriosire Amaterasu e spingerla a sbirciare fuori. Vedere il proprio riflesso nello specchio la stupì talmente che gli altri dei riuscirono a tirarla fuori dalla caverna ed a convincerla a ritornare nel cielo.

Lo presa da wiki, perchè sono un po' pigra.
Ricordo per chi a piacere nel pronunciare correttamente i nomi che GI si legge GHI e il giapponese ha gli accenti contrari a come verrebbe da leggere ad un italiano (è una mia regola ma ho notato che funziona :roll: più o meno)
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